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Una pace con il cuore affranto   versione testuale
Lettera dell’Arcivescovo Maronita di Damasco, Mons. Samir Nassar, al nostro Dicastero



Leggiamo:
 
1) UN SILENZIO COLPEVOLE
Quanto più si parla di Ginevra II per la pace in Siria, tanto più la guerra si fa violenta e la sofferenza grande ...
Stiamo parlando di un gioco tipico per il quale ogni schieramento tenta di migliorare la propria posizione a terra prima di raggiungere la soluzione finale. Questo scenario non tiene conto della povera gente vittima del fuoco incrociato.
Siamo al terzo anno di questo conflitto globale, mentre stiamo affondando in una miseria sempre più grande, di fronte all’impotenza delle Nazioni Unite.
Questo pesante calvario sta schiacciando LA FAMIGLIA, quella cellula di base che ha resistito alla violenza. Indebolita dalla guerra e dalla precarietà, la famiglia non può né salvare né proteggere. La famiglia siriana guarda con tristezza al silenzio dubbioso e all’indifferenza della società internazionale di fronte a questa crudele tragedia senza fine.
 
2) COME UNO SCARABEO
Un padre di famiglia, che ha perso tutto, è venuto in chiesa per lamentarsi ad alta voce: «Non ho più una casa. Ho perso tutto. La mia famiglia è sparsa tra i vari cugini. Non ho più un lavoro. Ho fame. Sono ammalato e senza farmaci. Cosa fa la Chiesa per me? Non siete in grado di proteggermi, di trovarmi un riparo, né tantomeno di ottenere un visto per farmi lasciare il Paese».
«Sono come uno scarabeo in fondo ad una tazza, che non riesce ad uscire, e gira in tondo fino a quando morirà in fondo al suo buco. Ecco cosa sono io», ha detto questo signore mentre lasciava l’Arcidiocesi con profonda rabbia. Molti Siriani somigliano a quest’uomo. Girano in tondo in fondo al loro buco. Tutte le porte sono chiuse. Si trovano ad affrontare il loro destino immersi in un silenzio accusatorio.
 
3) IL CUORE AFFRANTO DI UNA MAMMA
Una madre che fugge i bombardamenti del suo villaggio, con quattro figli, è stata costretta, dopo cinque ore di cammino tra le montagne e le valli, ad abbandonare i due figli minori per strada. Arrivata in Libano, senza fiato, nel luogo di rifugio, con i due più grandi, mentre piangeva i suoi due figli più piccoli abbandonati, perché non era stata più in grado di poterli portare. Ha dovuto scegliere tra la morte di tutti e la sopravvivenza di una parte sola. Una scelta terribile e una situazione crudele. Quanto è dura questa guerra? Come immaginare la sofferenza di questa madre costretta ad abbandonare due dei suoi figli per riuscire a salvare gli altri due? Chi avrebbe confortato questo cuore affranto meglio di Nostra Signora Addolorata? Questa scena straziante raggiunge quella di Maria ai piedi della Croce.
 
4) UNA SOFFERENZA ECUMENICA
In una riunione dei vescovi del Medio Oriente, ascoltando il dolore di tutti questi Paesi, il Nunzio apostolico ha evocato una sofferenza ecumenica che unisce tutti i cristiani d’Oriente, allo stesso calvario. Difficile, doloroso e provvidenziale cammino di unità. E la scomparsa dei nostri due vescovi, dal 22 aprile 2013, ci lascia atterriti.
La lunga lista di rifugiati in Medio Oriente, alla quale si aggiungono più di sei milioni di profughi siriani, si sta allungando. Ecumenismo degli esuli senza etichette, cristiani e musulmani. Questa sofferenza potrebbe portare ad una riconciliazione tra le religioni ed i popoli del Medio Oriente? È POSSIBILE VEDERE LA VITA E LA PACE ALL’INFUORI DELLA CROCE?

Giugno 2013

+ Samir Nassar
Arcivescovo maronita di Damasco
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