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In pace con il passato   versione testuale
Il Papa nell’intervista “cinese” sulle sfide del modello famigliare in trasformazione


“Guardando al passato — e forse il fatto di non avere figli crea un complesso — è salutare assumersi la responsabilità del proprio cammino. Non siate amareggiati, bensì in pace con il vostro cammino, anche se avete fatto errori”. Così Papa Francesco ha risposto, nell’intervista rilasciata a Francesco Sisci per Asia Times, a una domanda sulle sfide delle famiglie in Cina, alla luce dei cambiamenti in atto rispetto al modello tradizionale.
 
“La storia di un popolo è sempre un cammino. Talvolta un popolo – ha proseguito – cammina più velocemente, altre volte più lentamente, altre ancora si ferma, a volte fa un errore e ritorna un po’ indietro, oppure prende il cammino sbagliato e deve ritornare sui propri passi per seguire quello giusto. Ma quando un popolo va avanti, la cosa non mi preoccupa perché significa che sta facendo storia. E penso che il popolo cinese stia andando avanti, ed è questa la sua grandezza. Cammina, come tutti i popoli, attraversando luci e ombre”. Qualcosa, ha detto il Papa, “non ha funzionato per niente, quindi adesso si sono aperte altre possibilità. Entrano in gioco altre questioni: l’egoismo di alcuni dei settori benestanti che preferiscono non avere figli, e così via”.
Tutti, però, “devono assumersi la responsabilità del proprio cammino. […] E questa riconciliazione con la propria storia porta molta maturità, molta crescita. […] Accettare che quello è stato il mio cammino, sorridere e andare avanti. Se ci si stanca e ci si ferma, si può diventare amareggiati e corrotti. E quindi, quando ci si assume la responsabilità del proprio cammino, accettandolo per quel che è stato, ciò consente alla propria ricchezza storica e culturale di emergere, anche nei momenti difficili. E come le si può permettere di emergere? Qui ritorniamo alla prima domanda: nel dialogo con il mondo attuale. Dialogare non significa arrendersi, perché a volte c’è il pericolo, nel dialogo tra paesi diversi, di agende nascoste, ovvero di colonizzazioni culturali. È necessario riconoscere la grandezza del popolo cinese, che ha sempre conservato la propria cultura. E la sua cultura — non sto parlando di ideologie che possono esserci state in passato — la sua cultura non è stata imposta”.
 
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