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2 scout e un caldo incontro con il Papa   versione testuale
Ore 09.00: un’ondata di camicie azzurre è in coda per entrare a sentire la parola del Papa, chi entra con un bastone, chi no perché lo ha perso, chi ha la mano tenuta saldamente in quella del compagno per non perdersi.
 

Ore 09.30: le goccioline di sudore iniziano ormai a scendere dalla fronte di tutti quanti e, intanto arrivano due gruppi giunti a Roma in bicicletta: “dicono che il viaggio che si fa va vissuto, vissuto fino in fondo.”
Durante l’attesa vengono cantate le canzoni più significative scout e dei bivacchi: Un falco, Colore del sole e la canzone della route nazionale 2015; ma, come è possibile riuscire a tenere 80 000 scout nel giorno più caldo di giugno?
 
Ore 10.50 ecco il Papa con la macchina intorno alle file azzurre, c’è gente che lancia fazzolettoni, chi invece li fa solamente roteare intorno alla testa perché ci tiene troppo, insomma ognuno cerca di far veder al Papa la sua presenza, anche se dall’alto della ripresa sembrerà un piccolo puntino azzurro.

Ore 11.10 “cari amici dell’Agesci buongiorno” è così che inizia a parlare e dare il suo messaggio a tutti: “associazioni come l’Agesci sono una ricchezza per la chiesa cattolica che lo Spirito Santo suscita; vi chiedo dunque di essere capaci di dialogare, di costruire ponti per il prossimo.”
 
 
Sono queste le parole che hanno colpito nel segno; l’invito del Papa è quello di DIALOGARE, di parlare; una cosa troppo semplice? No, un atto di vera maturità, il dialogo infatti serve per far capire il proprio punto di vista a chi sta ascoltando. “Riuscire a dialogare”, significa anche “riuscire ad ascoltare e a confrontarsi”; sentire l’opinione dell’altro, confrontarla con la propria finché non si trova la mediazione. Papa Francesco ci ha chiesto di COSTRUITE I PONTI NON I MURI, una metafora che spiega l’altruismo e l’amore per il prossimo.
 

Ore 11.30 per finire in bellezza Papa Francesco saluta gli 80 000 scout on una nostra famosa frase: “BUONA STRADA A TUTTI VOI” e se ne va accolto dagli stessi applausi di quando era entrato in piazza.
 
Matilde Bondurri e Federica Spera