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Quarta Catechesi   versione testuale
 
La Famiglia Cristiana, Chiesa domestica
 
 
 
Canto iniziale
Recita del Padre Nostro
 
Lettura biblica
 
«Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine"» (Lc 1, 26-33).
 
 
Riflessione
 
Cristo ha voluto nascere e crescere in seno alla santa Famiglia di Giuseppe e di Maria. La Chiesa non è altro che la «famiglia di Dio». Fin dalle sue origini, il nucleo della Chiesa era spesso costituito da coloro che, insieme con tutta la loro famiglia, erano divenuti credenti (cfr. At 18, 8). Allorché si convertivano, desideravano che anche tutta la loro famiglia fosse salvata (cfr. At 16, 31 e 11,14). Queste famiglie divenute credenti erano piccole isole di vita cristiana in un mondo incredulo.
 
Ai nostri giorni, in un mondo spesso estraneo e persino ostile alla fede, le famiglie credenti sono di fondamentale importanza, come focolari di fede viva e irradiante. È per questo motivo che il Concilio Vaticano II, usando un'antica espressione, chiama la famiglia «Ecclesia domestica» – Chiesa domestica (LG, 11; cfr. FC, 21). È in seno alla famiglia che i genitori devono essere per i loro figli, con la parola e con l'esempio, i primi annunciatori della fede, e secondare la vocazione propria di ognuno, e quella sacra in modo speciale.
 
Sacerdozio battesimale e catechesi familiare
 
È qui che si esercita in maniera privilegiata il sacerdozio battesimale del padre di famiglia, della madre, dei figli, di tutti i membri della famiglia, con la partecipazione ai sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e l'operosa carità. Il focolare è così la prima scuola di vita cristiana e una scuola di umanità più ricca. È qui che si apprende la fatica e la gioia del lavoro, l'amore fraterno, il perdono generoso, sempre rinnovato, e soprattutto il culto divino attraverso la preghiera e l'offerta della propria vita.
 
L’assoluta necessità della catechesi familiare emerge con singolare forza in determinate situazioni, che la Chiesa purtroppo registra in diversi luoghi: laddove una legislazione anti-religiosa pretende persino di impedire l’educazione alla fede, laddove una diffusa miscredenza o un invadente secolarismo rendono praticamente impossibile una vera crescita religiosa, questa che si potrebbe chiamare «Chiesa domestica» resta l’unico ambiente, in cui fanciulli e giovani possono ricevere un’autentica catechesi.
 
Apertura ai lontani
 
La famiglia è la chiesa domestica chiamata pure ad essere un segno luminoso della presenza di Cristo e del suo amore anche per i «lontani», per le famiglie che non credono ancora e per le stesse famiglie cristiane che non vivono più in coerenza con la fede ricevuta: è chiamata col suo esempio e con la sua testimonianza a illuminare quelli che cercano la verità. Come già agli albori del cristianesimo Aquila e Priscilla (cfr. At 18; Rm 16, 3 s), così oggi la Chiesa testimonia la sua incessante novità e fioritura con la presenza di coniugi e di famiglie cristiane che, almeno per un certo periodo di tempo, vanno nelle terre di missione ad annunciare il Vangelo, servendo l’uomo con l’amore di Gesù Cristo.
 
Molte persone restano senza famiglia umana, spesso a causa delle condizioni di povertà. Ve ne sono di quelle che vivono la loro situazione nello spirito delle Beatitudini, servendo Dio e il prossimo in maniera esemplare. A tutte loro bisogna aprire le porte dei focolari, «Chiese domestiche», e della grande famiglia che è la Chiesa. Nessuno è privo della famiglia in questo mondo: la Chiesa è casa e famiglia per tutti, specialmente per quanti sono «affaticati e oppressi» (Mt 11,28).
 
 
Riflessioni del sacerdote o della guida
Dialogo:
  • Che cosa significa, nel quotidiano, essere «chiesa domestica»?
  • La nostra famiglia vive l’apertura verso i lontani e verso coloro che sono soli? Modi concreti di aiutare gli altri.
Impegni
Ave Maria: Regina familiae, ora pro nobis
Canto finale
 
 
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