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La persona è la regola suprema   versione testuale
I Vescovi della Nuova Zelanda presentano una proposta per il Premabolo della redigenda Carta Costituzionale



La Nuova Zelanda, Reame del Commonwealth, sotto il Governatorato d’Inghilterra, non ha una Costituzione scritta, ma soltanto un corpus di leggi e di regolamenti amministrativi. Pertanto, nel 2011, è stato istituito un Comitato consultivo nazionale, composto da dodici membri, che entro la fine di quest’anno, 2013, dovrà presentare al Governo proposte e suggerimenti della società civile per la stesura della Carta Costituzionale, ovvero, per la definizione delle «regole alla base della pacifica convivenza». La Conferenza Episcopale della Nuova Zelanda, presieduta dall’Arcivescovo di Wellington, mons. John Atcherley Dew, ha presentato una proposta di Preambolo.
 
Il presupposto dei Vescovi neozelandesi è che «la legge, la razionalità contrattuale ed economica, forniscono le basi necessarie ma non sufficienti delle società post-industriali; esse devono accompagnarsi alla reciprocità, all’obbligazione morale, al senso del bene comune e alla verità, che si fondano su abitudini di vita che oltrepassano la razionalità calcolatrice» e costituiscono «la cultura di una nazione».
«La libertà non è assenza di valori», scrivono i presuli. «La verità non è riducibile ad opinioni». «Il desiderio e il dovere di ricercare la verità costituiscono il terreno comune per il dialogo».
 
Nel definire «i valori che costruiscono il vivere insieme in società», riconoscendo la propria «gratitudine agli uomini e le donne che hanno dato la propria vita per difendere la nazione, e le altre nazioni, dalle false ideologie, dalle ingiustizie e dalle aggressioni», i Vescovi suggeriscono di inserire nella Carta un esplicito riferimento all’«impegno per la giustizia, la pace, la verità e la riconciliazione», anche attraverso la tutela dei diritti della «popolazione nativa» dei Maori, la promozione del bene comune e la difesa dell’unità nazionale, la creazione di condizioni sociali ed economiche che consentano anche ai cittadini «meno abili» la realizzazione personale come contributo allo sviluppo dell’intera società. La Chiesa neozelandese richiama i valori condivisi, da sancire nella Costituzione: «l’esercizio responsabile della libertà, l’esperienza della solidarietà, la creazione di pari opportunità, la pratica del perdono e della compassione nei rapporti personali e nell’ambito economico, e la salvaguardia del Creato».
 
«Ci impegniamo per una sana cultura nazionale, attraverso il rispetto dell’innata dignità della persona e la tutela della vita», leggiamo nel documento di proposta, che cita in conclusione un antico proverbio in lingua maori: « He aha te mea nui o te ao? He tangata, he tangata, he tangata » ( Qual è la cosa più importante al mondo? Le persone, le persone, le persone»).
 
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