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Violenza in Tanzania   versione testuale
Per i vescovi locali l’accanimento contro i cristiani deriva dall’estremismo religioso ma anche da tensioni economiche


“Ci sono estremisti musulmani che vorrebbero eliminare i cristiani dalla società perché pensano che l’unica religione in Tanzania debba essere quella islamica”. È la denuncia di monsignor Tarcisius Ngalalekumwta, vescovo di Iringa e presidente della Conferenza episcopale della Tanzania, a Roma nei giorni scorsi per la visita ad limina apostolorum. Più volte i vescovi hanno denunciato violenze e intimidazioni contro i cristiani in Tanzania. “La situazione nell’isola al momento è calma, anche perché l’attenzione di tutti è concentrata sulle riforme costituzionali” dice all’Agenzia Fides il vescovo di Zanazibar, Augustine Shao. “Come cristiani e musulmani abbiamo vissuto insieme pacificamente per centinaia di anni, tanto è vero che non sono infrequenti i matrimoni misti. Questa ondata di attacchi – aggiunge il vescovo – ha motivazioni recenti, economiche, politiche e anche religiose, derivanti dalle diffusione di predicazioni estremiste che provengono dall’estero. Penso quindi che questi tre aspetti contribuiscano a provocare le ondate di violenze contro i cristiani che di tanto in tanto si verificano a Zanzibar”.

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