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Non solo testimoni silenziosi   versione testuale
I vescovi irlandesi scendono in campo contro le nozze gay con un documento in vista del referendum del prossimo maggio


Un referendum sul “matrimonio” omosessuale. Si farà il prossimo maggio in Irlanda, dove il 76% dei cittadini si preparerebbe a votare a favore, stando almeno a quanto dicono i sondaggi. Intanto, qualche giorno fa la Conferenza Episcopale Irlandese ha pubblicato un documento intitolato “Il significato del matrimonio” nel quale si spiega che il matrimonio è la singola istituzione più importante per una società, che “è solo la relazione unica e complementare tra un uomo e una donna”, e che solo nell'ambito di questo matrimonio possono essere adeguatamente allevati ed educati i figli.
 
Il testo dei vescovi irlandesi evidenzia tre punti importanti: il “no” al “matrimonio” fra persone dello stesso sesso non si fonda solo su argomenti di morale cattolica ma anche su argomenti “razionali”, basati su “fatti biologici”, che tutti dovrebbero accogliere in nome del bene comune; comunque sia formulata la legge irlandese, alla fine un “matrimonio” non potrà che includere anche le adozioni. Infine, riservando il matrimonio e istituzioni analoghe al matrimonio alla sola unione stabile di un uomo e di una donna, non si violano i diritti delle persone omosessuali e non si nega loro il rispetto. Neppure si esclude che “chi si è impegnato in una relazione debba essere protetto quando la relazione cessa perché il partner muore o lo abbandona”. Problema, questo, che “non riguarda soltanto i conviventi dello stesso sesso” e può essere ovviamente risolto con provvedimenti diversi dal matrimonio.
Da ultimo, i vescovi invitano i cattolici a non limitarsi alla testimonianza silenziosa ma a scendere in campo per difendere la famiglia minacciata e aggredita da tutte le parti.
 
 
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