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11 gennaio - Battesimo del Signore (Mc 1, 7-11)   versione testuale
Gesù è anonimo in mezzo alla folla accorsa al Giordano da Giovanni. Gesù è in mezzo a noi. Di lui il Vangelo non dice nulla; solo lui vede aprirsi il cielo e lo Spirito che scende come una colomba.


Anche la voce dal cielo forse l’ha udita da solo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Certamente è solo ad essere sospinto dallo Spirito nel deserto, quasi un esilio. Quaranta giorni stanno per la durata di una generazione, quasi una vita intera. Gesù è con noi anche nella povertà del deserto, subendo la prova e l’esposizione al male con la tentazione di Satana. Gesù in tutto come noi, ma non nel peccato.
 
Lo Spirito muove Gesù subito dopo il battesimo. All’amore dichiarato dal Padre Gesù risponde con l’obbedienza alla guida dello Spirito. L’unica risposta possibile. Gesù vede i cieli aperti e lo Spirito che scende su di lui come colomba. I cieli aperti dicono che è riparata la ferita, annullata la separazione tra il cielo e la terra; dicono del nuovo incontro tra Dio e il mondo, come fu con la colomba dell’arca dopo il diluvio quando trovò finalmente la terra su cui posarsi.
“Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. È la parola fondamentale. Gesù è il figlio amato, nel quale Dio si è compiaciuto. Gesù è l’uomo vero, l’uomo nuovo, il nuovo Adamo. Le parole rivolte a Gesù lo sono anche a tutti noi, amati dal Padre. E lo Spirito che scende in forma di colomba evoca la tenerezza amorosa del Padre che si china sul Figlio come una colomba si avvicina ai suoi piccoli.
 
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