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La casa della famiglia umana
Intervista a Francesca Muci, regista dei Documentari sulla Famiglia prodotti in collaborazione tra il Dicastero e Rai Cinema




ll Pontificio Consiglio per la Famiglia ha collaborato con Rai Cinema e Digital Studio per la produzione di due grandi Video-Documentari sulla famiglia, della durata di 50’ ciascuno: “La famiglia siamo noi”, con un’attenzione alla realtà della famiglia oggi, con le sue dinamiche e i cambiamenti in corso; “Un mondo di famiglie”, sulla realtà delle famiglie straniere in Italia (con interviste a famiglie di origine araba, cinese, dell’Est Europa, rom, e a famiglie miste).
 
I due Documentari realizzati in collaborazione con la Radio Televisione Italiana − su un’idea di Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del nostro Dicastero, e di Franco Scaglia, Dirigente Rai per oltre quarant’anni e Presidente di Rai Cinema dal 2004 alla primavera del 2013 − rientrano nel Progetto “A World of Families” (“Un mondo di famiglie”), per la produzione di prodotti di informazione e comunicazione sulla famiglia nei Paesi del mondo insieme a importanti televisioni nazionali, in preparazione all’Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Philadelphia (USA), nel 2015. Sono attualmente aperti contatti con: Argentina, Brasile, Messico, Australia, Nigeria, Polonia.
 
La regia è di Francesca Muci, che è anche autrice della sceneggiatura, insieme a Daniela Giammusso e Sergio Malatesta. Il montaggio è di Alessandro Marinelli. Per la fotografia, Sandro Bartolozzi. La musica di Manuela De Sica. Produttore esecutivo è Barbara Meleleo. Produzione di Alex Ponti. Emanuela Bambara ha intervistato la regista, Francesca Muci.
 
1) I documentari sulla famiglia, con la sua regia, sono a tutti gli effetti una metodologia di indagine sociale, che prende in considerazione dinamiche complesse – affettive, relazionali, emotive −, che spesso sfuggono alla ricerca speculativa. Si ritrova in quest’analisi?


«Assolutamente sì. È stato esattamente questo, una ricerca sociale, e soprattutto spirituale ed affettiva, sul senso di famiglia, da un’idea di mons. Paglia e di Franco Scaglia, di raccontare i cambiamenti della famiglia italiana e delle famiglie immigrate, scandagliando la realtà nelle tre aree geografiche della Penisola: Nord, Centro e Sud, testimoniando tipologie sociali e religiose diverse di famiglie, per interrogare il senso profondo della famiglia. La domanda comune è: “Cos’è la famiglia?”, “Cosa significa essere famiglia?”».


2) Quali differenze ha notato nella realtà di famiglie di persone che vengono da Paesi diversi o che vivono nelle diverse regioni italiane?


«Mi ha molto colpito la critica che gli stranieri muovono al modello di famiglia italiano, più che altro, alle abitudini familiari, aldilà dell’ideale di famiglia. Le donne straniere, in particolare, dicono che le madri italiane sono troppo apprensive verso i figli, non permettono loro di crescere e assumersi la responsabilità di vita. Soprattutto, siamo criticati, noi italiani, per quella “cultura dello scarto” che denuncia Papa Francesco, e che sembra essere una esperienza soprattutto nostra: l’abbandono degli anziani, la delega al loro accudimento alle badanti a pagamento. Non ho notato, invece, particolari differenze tipologiche tra le famiglie italiane del Nord, del Centro e del Sud, se non quelle legate al tempo del lavoro».
 
3) Cosa ha provato nel testimoniare storie così diverse ed emozionanti, nella loro semplicità? Quale l’ha colpita di più?


«Mi ha emozionato moltissimo il racconto della famiglia peruviana, di come la coppia sia arrivata in Italia con enormi difficoltà, lasciando i figli nel Paese di origine, per dormire per molto tempo sotto i ponti, con la speranza di poter offrire un futuro migliore ai figli. Mi ha commossa la ragazza sposata con il cubano in coma vegetativo da anni, che continua ogni giorno ad amarlo e accudirlo, perché crede nel matrimonio e nella famiglia. Ho raccolto tante testimonianze di coraggio, come questa, di un meraviglioso eroismo quotidiano. Storie semplici, e straordinarie nella loro semplicità».


4) La famiglia emerge con le sue caratteristiche comuni, quindi, di solidarietà e accoglienza, di accettazione e di aiuto reciproco, nel rispetto delle individualità. Sono valori che, su larga scala, dovrebbero valere anche per la “famiglia umana”?


«Certo, è così. A molti ho chiesto qual è i primo pensiero che viene in mente all’idea di famiglia, e la risposta è: “casa”. Sono rimasta colpita dal barbone, un po’ ubriaco, un po’ matto, cui ho chiesto cos’è per lui la famiglia; mi ha detto: l’amore. È questo che manca oggi: l’amore, la” casa”, la famiglia».
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 20-GEN-14
 

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