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Riflessione sul tema: "Partial-birth abortion": da un crimine disumano all‘umanizzazione (29 marzo 2003)


 
Il termine partial-birth abortion, o aborto con nascita parziale, designa una tecnica di aborto utilizzata negli ultimi mesi di gravidanza, durante la quale viene praticato un parto intravaginale parziale del feto vivente, seguito da un‘aspirazione del contenuto cerebrale prima di completare il parto. Questa tecnica ha potuto essere legalmente utilizzata negli Stati Uniti dopo la decisione dell‘Alta Corte Federale di Giustizia Roe vs. Wade del 1973, che ha autorizzato i diversi Stati ad assumere disposizioni che consentono gli aborti provocati.
 
 
La ragion d‘essere dello sviluppo di questo metodo è di ordine legale: avendo la Corte Suprema degli Stati Uniti deliberato che il termine "persona", così come viene usato nel 14° emendamento della Costituzione, non si applica al bambino non nato, se n‘è dedotta la possibilità di porre un termine alla vita di questo bambino senza incorrere in azioni giudiziarie, e questo fino al momento del parto. Per contro, le leggi dei diversi Stati precisano tutte che, nel corso del parto, quando un bambino è uscito completamente dall‘utero materno, e quando manifesta anche solo il più piccolo segno di vita, egli è ormai persona di fronte alla legge, così che privarlo deliberatamente della vita sarebbe un omicidio sul piano legale. Per contro, è legalmente possibile togliere la vita a questo bambino, nel corso del parto, a condizione che sia ancora parzialmente nell‘utero.
 
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La Riflessione in: Inglese, Portoghese
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 01-LUG-14
 

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