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La famiglia, speranza per l'Europa   versione testuale
La denuncia della Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche: “In Ue priorità sbagliate”


“Le priorità delle istituzioni dell’Unione europea sono troppo spesso sbagliate: nell’attuale panorama, in presenza di una crisi economica di cui ognuno paga i costi, e di fronte alla minaccia di un inverno demografico, che alcuni Stati membri stanno già faticosamente attraversando, la famiglia appare come una fonte di luce”. È quanto dichiara la Federazione Europea delle Associazioni Familiari Cattoliche, denunciando come la legislatura partita un anno fa a Strasburgo non dedichi la giusta attenzione ai temi della vita e delle relazioni tra uomini e donne, contrariamente a quanto proclamato più volte durante la campagna elettorale.
 
Il prossimo settembre, il Parlamento europeo discuterà due rapporti caratterizzati da un contenuto molto chiaramente orientato: quello redatto dalla deputata Laura Ferrara a proposito del suicidio assistito e quello dalla commissione per i diritti della donna (FEMM) sulla promozione della ideologia di genere.
“Quanto alla Commissione europea, - continua la Federazione - il suo vicepresidente Frans Timmermans ha fatto diverse dichiarazioni sulla volontà di imporre il riconoscimento delle unioni e dei matrimoni tra persone dello stesso sesso in quegli Stati membri che non hanno introdotto normative simili. Attualmente otto Stati membri dispongono di costituzioni che definiscono il matrimonio come l'unione tra un uomo e una donna (Bulgaria, Croazia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania e Slovacchia) e la Commissione - continua la Federazione delle associazioni familiari cattoliche - non ha alcun mandato per imporre loro modifiche in merito a costumi e costituzioni, a maggior ragione sulle questioni relative alla definizione della famiglia, cellula fondamentale di ogni società , fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”.
Inoltre la Federazione segnala che sta seguendo “con grande attenzione” il processo di selezione del nuovo direttore dell'Agenzia dei diritti fondamentali dell'Unione europea (FRA): “Come rivelato dall'audizione parlamentare, i tre candidati hanno tutti lo stesso profilo ideologico, che mette in discussione e mina la trasparenza del processo di selezione e l'imparzialità necessaria della FRA, che dovrebbe vigilare sul rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, a livello di Ue e Stati membri”.
 
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