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Papa Francesco e la famiglia   versione testuale



Il neo eletto Papa Francesco, Card. Jorge Mario Bergoglio, è Membro del Comitato di Presidenza del nostro Pontificio Consiglio per la Famiglia dal 14 maggio 2001, due mesi e mezzo dopo la sua nomina a Cardinale.

Nel n. 3/2005 della nostra Rivista “Familia et Vita”(pp. 124-133) abbiamo pubblicato la sua Lettera pastorale sull’infanzia, in cui esprimeva la sua pastorale preoccupazione per il degrado morale, la tossicodipendenza e la prostituzione di cui molti bambini erano oggetto e le condizioni disumane in cui si trova buona parte dell’infanzia di Buenos Aires.

Nel numero 2-3/2008, scriveva un interessante articolo su "La famiglia alla luce del documento di Aparecida" (pp. 64-72), in cui presentava la Famiglia come "patrimonio"dell’umanità e "tesoro" del popolo latino-americano.
Riportiamo di seguito alcuni brani del testo della Lettera e dell'Articolo, cui si può accedere mediante il link in basso.
 
«Il XXXI pellegrinaggio giovanile al Santuario di Luján ha come tema “Madre, aiutaci a curare la vita”. Chiediamo a nostra Madre questa grazia: che ci aiuti a curare ogni vita e tutta la vita. Lo facciamo con il grido filiale di devozione e con la fiducia che la Vergine ci dà. Ella disse a san Juan Diego: “Non sono forse qui io che sono tua Madre?”. Sapere che è vicina a noi con la sua materna tenerezza, ci dà la forza di continuare a chiederle, con cuore di bambini, “Madre, aiutaci a curare la vita. Madre, vogliamo una patria per tutti”. E, alla luce di questa preghiera filiale, desidero sottoporre alla vostra riflessione il problema dell’infanzia che riguarda la nostra città… Il degrado morale sempre più esteso e profondo ci spinge a chiederci come recuperare il rispetto per la vita e la dignità dei nostri bambini. A tanti di loro abbiamo rubato l’infanzia e stiamo ipotecando il loro futuro e il nostro: una responsabilità che, come società, condividiamo e che pesa molto su quanti hanno più potere, educazione e ricchezza… Tutte queste realtà ci scuotono e ci mettono di fronte alla nostra responsabilità di cristiani, ai nostri obblighi di cittadini, alla nostra solidarietà in quanto partecipi di una comunità che vogliamo sia sempre più umana, più degna e più consona alla dignità dell’uomo e della società».
 
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