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"Famiglie diverse": quali principi?   versione testuale
E’ in libreria il volume di Stephan Kampowski, “Famiglie diverse: espressioni imperfette dello stesso ideale?”, volto a indagare le differenze sostanziali tra la famiglia cristiana e le altre


Occorre davvero cha la Chiesa si uniformi maggiormente alla realtà, trovando un punto di mediazione tra i suoi ideali e la vita di tutti i giorni, se vuole che i fedeli, in ambito familiare, tornino ad ascoltarla? E’ quanto si è chiesto Stephan Kampowski, professore ordinario di Antropologia filosofica presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, all’inizio del suo libro “Famiglie diverse: espressioni imperfette dello stesso ideale?”.
 
L’opera (128 pagine, 10 euro), edita da Cantagalli, rientra nella nuova collana “Famiglia, lavori in corso”, presentata nei giorni scorsi su questo sito. Nelle sue pagine, l’autore, con un’analisi rispettosa ma al contempo critica, mette in luce come spesso i fedeli tendano ad allontanarsi dalla Chiesa in quanto non conoscono bene il suo insegnamento. Laddove viene trasmessa senza filtri, invece, la parola di Gesù – sostiene Kampowski – è accettata con entusiasmo e si dimostra capace di attrarre un gran numero di persone, che passano volentieri ad abbracciare uno stile di vita diverso rispetto a quello proposto dalla cultura oggi dominante. Nel volume si dimostra dunque come i principi di fondo su cui si basano le “famiglie diverse” sono, per la maggior parte, contrari a tutto ciò che ci permette di parlare di famiglia cristiana. L’insegnamento proposto dalla Chiesa – ci ricorda infatti l’autore – non è ideologico, ma in sintonia con la realtà, e gli ideali da essa promossi, oltre che belli, sono anche possibili, malgrado tutte le avversità.
 
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