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Intervento al Settimo Congresso Mondiale delle Famiglie (Sidney, 15-18 maggio 2013)   versione testuale



Si tiene a Sydney, in Australia, il Settimo Congresso Mondiale delle Famiglie, dal 15 al 18 maggio, con «l’ambizioso e urgente compito – affermano i promotori – di discutere insieme sulle aree strategiche per rinforzare la famiglia su scala planetaria».
Partecipano specialisti di diverse discipline e provenienza geografica, del mondo accademico, dell’impresa, che lavorano in politica, nel diritto, nei media, nella salute, nell’educazione, nella cultura, nell’intrattenimento.
 
Il Congresso Mondiale per le Famiglie è stato istituito nel 1997 dal dott. Allan Carlson, del Centro Howard per Famiglia, Religione e Società, nell’Illinois, negli Stati Uniti d’America, in difesa della famiglia naturale.
 
Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia interverrà all’incontro, nell’ambito della Sessione: “Rinsaldare il matrimonio e la vita familiare: la soluzione ai cambiamenti sociali ed economici”. «La famiglia fondata sul matrimonio è la base della società e la scuola primaria per tutta la vita sociale e i suoi compiti», afferma mons. Paglia nell’intervento. «La necessità della stabilità della famiglia naturale – padre, madre, figli −non è una credenza religiosa, spiega l’Arcivescovo, una istituzione cristiana o imposta dalla Chiesa, ma «un fatto di vita, che non può essere rimosso dal profondo del cuore e dell’anima di ciascun essere umano».

«Studi scientifici mostrano che il matrimonio costituisce un valore aggiunto per le persone e per la società, nel matrimonio si realizza la qualità di relazione di coppia, con importanti effetti positivi (di tipo biologico, psicologico, economico e sociale, per bambini e adulti» e «sulle forme del vivere insieme», continua mons. Paglia. Aumenta, infatti, «l’impatto negativo del fallimento delle famiglie» sulla società, anche sotto il profilo economico. Già Alexis de Tocqueville, il padre della democrazia, lo sosteneva: «La democrazia moderna ha bisogno di una famiglia solida e stabile». «Senza il “genoma sociale”, la cellula fondamentale della società, che costituisce il primo strumento di umanizzazione della persona e della vita sociale, la stessa esistenza della società è seriamente in pericolo». Quindi, conclude mons. Paglia: «Siamo preoccupati, perché la famiglia è attaccata su vari fronti e perfino, di volta in volta, viene profetizzata la sua estinzione. Ma, poiché la famiglia è iscritta nel cuore degli esseri umani, continuerà ad esibire i suo vigore e la sua resistenza, di gran lunga superiori alle mode passeggere che la contrastano».
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